IL GIARDINO DEGLI ALTRI

Il Giardino degli Altri, è costituito da una serie di opere dell’artista napoletano Maurizio Elettrico, che hanno ricreato degli ambienti della memoria, la madre, la vecchia casa al mare, un giardino metafisico in cui si immaginano giochi e giocattoli di un ricordo infantile. I temi delle opere, di forma e tecnica varie, elaborano tracce di un vissuto concepito nella relazione ininterrotta con gli altri e con i propri luoghi, dalle strade della città più percorse per incontri e appuntamenti e riprodotte con filo d’oro su foto di cieli napoletani, ai dialoghi con un anonimo ambulante, incisi su delle eleganti mensole di alluminio, su cui sono poggiati gli stessi oggetti acquistati. Altri lavori descrivono un naturale processo di moltiplicazione di noi stessi nel momento in cui ci relazioniamo con il mondo esterno; alla riproducibilità infinita dell’opera d’arte si sostituisce una altrettanto infinita riproduzione dell’artista, che cerca nella summa dei suoi rapporti una identità fluida e molteplice. È il caso di una altalena trasparente, il luogo fanciullesco del cosa farò da grande, in cui il moltiplicarsi dei desideri moltiplica anche noi stessi. O ancora gli anagrammi del nome e cognome dell’artista, che creano giochi di parole senza senso su coloratissimi giocattoli per smarrire completamente la sua identità iniziale. Un prezioso tavolino orientale, sospeso a parete, mostra un cofanetto con una targa commemorativa in metallo che non celebra però nessuno, ma riporta l’aforisma di Elettrico: gli consigliai di essere sé stesso, cioè qualcosa che non potevo comprendere. All’interno di una cappelliera tra simbolici gomitoli di lana colorata un uovo di struzzo, come simbolo della nascita di antica tradizione iconografica, rivela sul suo guscio un intervento grafico a base di punti interrogativi, i perché dell’inizio: piccoli e grandi (come grandi e piccole sono le domande), rossi (le domande pericolose), bianchi e quindi quasi invisibili sul guscio dell’uovo (le vere domande che non riusciamo a trovare). Questa onirica e sottile rete di simboli coinvolge anche direttamente il mondo dell’arte, da una targa di plastica bianca che descrive un opera scomparsa per un processo di contemporaneizzazione, a varie tracce di interazioni con altri artisti. Nell’allestimento sono inseriti anche dei disegni, sia di grande che di piccolo formato, di autori immaginari, Ambra, Mauro e Sarah Power, inventati e differenziati da Elettrico non solo per soggetti, tecnica e stile, ma anche per la loro biografia e per il tipo di rapporto che li lega l’uno all’altro.

Studio Morra
da Martedì, 26 Novembre, 2002 - 20:45 a Mercoledì, 15 Gennaio, 2003 - 20:45
IL GIARDINO DEGLI ALTRI
IL GIARDINO DEGLI ALTRI