INDEPENDENT FILM SHOW 2009

INDEPENDENT FILM SHOW 9a EDIZIONE

3 - 4 - 5 - 6 - 7 novembre 2009
Fondazione Morra (Palazzo Ruffo di Bagnara Piazza Dante, 89 Napoli)

Acts (un)framed di Elisabeth Lebailly
Morgan Fisher Films di Stoffel Debuysere & Maria Palacios Cruz
(DE)CODING di Stoffel Debuysere & Maria Palacios Cruz
Films & Performance Pascal Baes & Aï Suzuki
The rhythms of Absolute Cinema di Raffaella Morra

Il riconoscimento dell’originale specificità e del valore sempre attuale dell’Independent Film Show sta anche nell’occasione di vivere un’esperienza inattesa. D’incanto, in un luogo distinto, esemplare, ideale, non di fronte ad un quadro ma nel cuore di un’opera, da percorrere con la sensazione di cadere dentro una visione: ne percepiamo i transiti, ne cogliamo i sussurri, ne intercettiamo i silenzi, ne subiamo lo shock percettivo.
L’incredibile attenzione per le immagini in movimento, sviluppatasi in questo decennio, ha scatenato un’ampissima produzione artistica ed una corsa alla creazione di archivi e database che spesso assumono connotati ambigui, non permettendo una chiara comprensione dell’opera né del contesto storico-artistico. Ciò che caratterizza l’Independent Film Show è, invece, una ricerca minuziosa all’interno di una sezione specifica di Cinema, quella più indipendente e sperimentale. L’Independent Film Show 9° edizione, organizzata dalla E-M Arts e coordinata da Raffaella Morra e Katia Rossini, si svolge dal 3 al 7 novembre 2009 presso la Fondazione Morra (Palazzo Ruffo di Bagnara Piazza Dante, 89).
L’Independent Film Show è inoltre occasione di discussione informale tra i curatori, i film-makers e gli spettatori; anche per questa edizione sarà aggiornato il web-site (em-arts.org) e realizzato il catalogo italiano/inglese con l’introduzione di Loredana Troise, i testi dei curatori e le schede dei 42 films in programma.
Acts (un)framed, selezionato da Elisabeth Lebailly, combina la performance ed il cinema sperimentale. Dalla sua origine, la performance viola i vincoli dell’istituzione artistica e scuote il suo pubblico. Indubbiamente, la nozione di performance, e tutto ciò che contiene, ispira la questione dei limiti. Diventa un’indagine sulla possibilità di reinventare un linguaggio; per compire questo, l’espressione fisica ed il lavoro corporale aprono un percorso infinito, essenziale per la nostra relazione con il mondo, un canale per la creatività e l’osservazione. Questi films sono forme d’arte interattive che attraversano le tematiche della psichiatria, della tecnicizzazione, del lavoro, del benessere sociale, del rapporto con sé stessi o gli altri... La maggior parte dei films selezionati provengono dalla Nomadic Video Library, un progetto alternativo di distribuzione in Belgio.
Il secondo programma, a cura di Stoffel Debuysere e Maria Palacio Cruz del collettivo belga Courtisane, riunisce una selezione di films realizzati da Morgan Fisher (che sarà a Napoli), visti raramente in Europa e proiettati per la prima volta in Italia. Fisher gioca con i concetti filmici, generando una visione unica ed intima del cinema e della sua rappresentazione fisica. A cominciare dal primo lavoro come film-maker The Director and His Actor Look at Footage Showing Preparations for an Unmade Film (2) del 1968, la selezione attraversa due decadi di lavoro, tra il 1968 ed il 1984. I films di Fisher sono un’esplorazione dell’apparato filmico e del suo materiale fisico, così come dei metodi di produzione cinematografica: dal formato standard della pellicola (35mm) fino all’uso delle immagini backstage, al ruolo narrativo degli inserti ed all’importanza invisibile dell’operatore.
(DE)CODING, curato da Stoffel Debuysere e Maria Palacio Cruz, propone un approccio giocoso alle preoccupazioni generalmente connesse al Film Strutturale; queste opere chiedono allo spettatore di assumere un atteggiamento espansivo nella creazione del senso, siamo invitati a partecipare e risolvere dei puzzle percettivi, ad interpretarli e soprattutto a costruire un’unità dalla loro diversità. I films di Thom Andersen & Malcolm Brodwick, Morgan Fisher, Robert Nelson ed Hollis Frampton (tutti Americani) e del film-maker inglese John Smith esplorano il potere di una regola come principio strutturale del montaggio, suggerendo dei nuovi significati che risultato della riorganizzazione delle immagini e dei suoni.
Pascal Baes, biologo di formazione, pittore e fotografo, ha scelto di concentrarsi sul Cinema, sperimentando ampiamente la tecnica stop-motion e specializzandosi nell’animazione image-by-image. Filmando tutti i fotogrammi separatamente, utilizzando pose lunghe e velocità d’esposizione lente, e congelando il movimento e la ri-animazione, ha creato l’effetto staccato, diventato il suo marchio di fabbrica. Nei suoi films, raramente visti in Italia, Baes cerca di estrarre ulteriormente la relazione tra movimento, immagine e tempo nelle forme cinematografiche che scorrono parallele al nostro contemporaneo ritmo di vita ed alla nostra percezione.
Pascal Baes e Aï Suzuki, sua compagna di vita, si esibiranno inoltre in una performance sensazionale che mira ad uno sradicamento e decostruzione dello spazio e del tempo.
L’Absolute Cinema vuol essere dinamico e non mera riproduzione del mondo naturale; depurato dagli elementi formali ed estetici non necessari crea una successione di immagini inconsuete che lo spettatore deve imparare a riconoscere. The rhythms of Absolute Cinema, curato da Raffaella Morra, mostra un excursus nell’astrazione: dal film Symphonie Diagonale 1924 di Viking Eggeling, agli esperimenti di Mary Ellen Bute, Len Lye, Harry Smith, Marie Menken e Robert Breer. Indagando il suggestivo mondo del Cinema Assoluto, che combina la natura immateriale della luce con le complessità culturali e le possibili connessioni mentali, si arriva allo sviluppo di nuove ricerche e sperimentazioni, esemplificate dai films di Joost Rekveld, Leonardo Carrano&Alessandro Pierattini, e Thomas Draschan.

Fondazione Morra
da Martedì, 3 Novembre, 2009 - 21:00 a Sabato, 7 Novembre, 2009 - 21:00