Creation

Creation
Creation

1979, 16 mm, colore, no sonoro, 16 min.

In 'Creation', del 1979, Brakhage ricorda una visita sui ghiacci dell'Alaska. L'ispirazione più vicina per una visione sublime del mondo di ghiaccio massiccio e di rocce erose era l'arte del pittore americano, del diciannovesimo secolo, specializzato in paesaggi, Frederick Edwin Church le cui opere furono studiate da Brakhage per più di un decennio. Dietro i dipinti di Church raffiguranti iceberg, giace una ricca tradizione pittorica e letteraria illuminata dalle scene dell'artico di Caspar David Friederich e dalle fantasie sull'Antartide di Poe, nella sua conclusione di "The Narrative di Arthur Gordon Pym..." il fraseggio delle immagini in 'Creation' imita una versione distorta del capitolo di apertura della Genesi, da cui ne deriva il titolo. Come il vento divino, la macchina da presa, perlustrando la superficie di luci e di ombre, in breve tempo scopre l'acqua. Dopo pochi minuti, con un drammatico colpo da maestro, Brakhage suggerisce la divisione delle acque, indicandone la parte superiore come il paradiso, e quella inferiore come la terra, rovesciando la pellicola in modo che gli iceberg sembrano appesi in un cielo fluido. Quindi invertendo la parte inferiore con quella superiore, così come il movimento in avanti e quello all'indietro, Brakhage presenta le fantastiche illusioni degli iceberg galleggianti nel cielo, che sembrano davvero reali. L'organizzazione del materiale per 'Creation' segue l'inconfondibile scenario di base biblico, sebbene anche prima della divisione delle acque Brakhage introduca scene di vegetazione, come le montagne di pini avvolte nella nebbia. Il ritmico procedere del movimento in avanti e capovolto, attraverso i ghiacciai, incorpora spostamenti di luce che ricordano il giorno e la notte. In 'Creation', Brakhage, finge di essere così completamente solo in Alaska, che la sua persona impercettibilmente emerge come personificazione del vento divino stesso.

P. Adams Sitney
Chicago Review, Spring 2002