Meine Verehrung

Meine Verehrung
Meine Verehrung

2001, 16 mm, colore, no sonoro, 6 min.

In Meine Verehrung, di Günter Zehetner, il montaggio funziona in maniera diversa - in modo da interrompere o bloccare lo sguardo ripetutamente. Il guardare è catturato "in flagrante" e tagliato sempre nello stesso punto, così suggerendo che vi sia altro da vedere, ma è come parte integrante del piacere di guardare (in questo caso chiaramente feticistico) che quello sguardo dev'essere permanentemente trattenuto. Quest'azione di taglio è integrale nell'essenza del film - che dunque resta assente. La regola per Zehetner è non guardare, o tenere a bada lo sguardo. Quindi anche il pubblico è tenuto al buio e la mancanza di una colonna sonora accentua la partecipazione del pubblico stesso allo sguardo, poiché il respiro dello spettatore, che segue il ritmo del film, si sutura con il ticchettio del proiettore. Ciò che si vede ripetutamente sono donne che, ripresa dopo ripresa, infilano dei collant, li sfilano, li reinfilano, poi infilano scarpe, poi se le tolgono. Zehetner sembra cercare di localizzare o intrappolare qualcosa nel fotogramma che potrebbe avere una connessione con il femminile, focalizzando tra le righe, ciò che (per lui forse) rappresenta la femminilità. Questo "oggetto della fantasia" è l'assenza presente nel film, scaturita e celata dalla sua modalità di espressione: l'artista trattenendo tale assenza attraverso questo perfetto impiego del montaggio riesce a renderlo evidente.

Susan Morris
estratto da The 'Blank'