...Occorre liberare il cinema come mezzo di espressione per farne lo strumento ideale di una nuova Arte, immensamente più vasta e più agile di tutte quelle esistenti. Siamo convinti che solo per mezzo di esso si potrà raggiungere quella poliespressività verso la quale tendono tutte le più moderne ricerche artistiche.1
Partecipare ad una performance di expanded cinema significa lasciarsi andare all’esperienza sinestetica, mettere da parte le tradizionali regole del linguaggio filmico e sviluppare un’attitudine ricettiva libera dai criteri critici. Attraverso la percezione del mondo artistico, c’è la possibilità di intravedere momentaneamente le invisibili forze relazionali del cosmo.
La luce è l’elemento scatenante di questa reazione a catena ed il proiettore il suo strumento. Come ci ricorda Gene Younblood, “…il 35% delle fibre che entrano ed escono dal sistema nervoso centrale sono nel nervo ottico ed è stimato che circa il 75% delle informazioni entra nel nostro cervello attraverso gli occhi”.2
Gli straordinari effetti di luce che Xavier crea con gesti semplici ma calcolati, un gioco che conosce a perfezione, avvolgono l’ambiente e gli spettatori. Ancora una volta l’interesse è per il materiale e le sue potenzialità; ci troviamo frontalmente al proiettore non per veder scorrere un film con una trama, ma per estendere i confini della nostra personalità, visto che il cinema è capace di trasmettere la magia dei pensieri e dei sogni.
In alcuni momenti un piccolo schermo, abilmente fatto a mano da Xavier con materiali grezzi, è posizionato davanti al cono di luce; alcune strisce di celluloide, alterate dalla frapposizione di oggetti, lenti e filtri creano forme astratte, dei brevi found footage mostrano il librarsi libero dei gabbiani o l’ombra di qualcuno che avanza ad intervalli imprevedibili, fino a fermarsi e bruciare. Un détournement3 di più espressioni indipendenti che sostituisce gli elementi originali e produce un’organizzazione sintetica di maggior efficacia.
Quelques minutes de soleil après minuit , il titolo scelto per questa performance, è un momento non legato al ritmo quotidiano degli orologi e calendari ma alla cosmografia del cuore e della mente. La collective subjective (soggettività collettiva), descritta da Maya Deren come “la comunicazione d’arte tra quegli elementi comuni a tutte le persone”4, è l’invenzione emozionale che Xavier riesce a trasmettere; interagire con lui e stabilire questa relazione dinamica ed empatica è creare insieme una breve istantanea di affermazione e gioia universale.
1 F.T. Martinetti, B. Corra, E. Settimelli, A. Ginna, G. Balla, R. Chiti, La cinematografia futurista Milano 11 settembre 1916
2 Gene Younblood Expanded Cinema, New York 1970
3 Guy Debord & Gil J. Wolman Mode d’emploi du détournement in Les Levres Nues n. 8, Brussels maggio 1956; “…Nella fase di guerra civile in cui ci troviamo, l’arte e la creazione in generale dovrebbero servire esclusivamente motivi partigiani, e ciò è necessario per finirla con qualsiasi nozione di proprietà privata in queste aree. Détournement è la libera appropriazione delle creazioni altrui. Détournement è decontestualizzazione…”
4 “…Da bambini, tutti noi abbiamo avuto una piccola scatola tenuta nascosta, all’interno le ali di una farfalla, un insetto, una moneta fortunata. Per ognuno di noi questa scatola era privata, intima e segreta, eppure condivisa da quasi tutti. La comunicazione d’arte è tra queste piccole scatole nascoste, tra le soggettività, è il segreto che tutti noi condividiamo, ognuno interiormente…” - Maya Deren, New Directions in Film Art 1951
Xavier Quérel is active in different fields of experimental cinema, such as live performances with super8, 16mm films and light, mainly with La cellule d’Intervention Metamkine, founded in 1987 together with Christophe Auger and Jérôme Noetinger. They also set up a film-lab Atelier MTK where is possible to process, print, blow-up, edit color or b/w, super8 and 16mm films by yourself for very low costs. Other projects are: Maki, an improvised shadow show including dance and music in collaboration with africans artists planned in small lost villages in Dakar, Bamako or Goree island; a solo, with a small set-up in front of the audience; Et/Ou and le Cube, improvised and collaborative performances… He organizes experimental cinema screenings, performances and improvised concerts, exhibitions, meetings and debates in le 102, owned by the City of Grenoble; it’s a non-profit organization, anyone is volunteer and participate to all the tasks.