THE BODY INFINITE

Tempo, luce, spazio questi gli ingredienti base della sua ricerca visiva e performativa: in un bianco e nero fortemente contrastato il corpo nudo di Terrence Kelleman che si muove nello spazio assume sembianze androgine. Ambiguità che allude alla difficile collocazione dell’artista nel contesto sociale, alla sua duplice attività di distruttore e creatore. Una coreografia quella di Kelleman in cui sono riconoscibili elementi di una liturgia, di una pratica del corpo volta alla ricerca di una dimensione cosmica. L’essere che emerge in superficie attraverso una gestualità spontanea, priva di regia mentale. Elementi questi che richiamano le pratiche orientali in cui il corpo si configura come luogo dell’anima, assumendo i significati di un linguaggio universale e divino. The Body Infinite è nata come amalgama di diverse idee e sentimenti, in un clima di guerra poiché l’artista si accingeva ad andare in Palestina come attivista internazionale. Come performance artist egli usa il corpo come veicolo di espressione e attraverso il suo corpo esprime anche ogni altra cosa, suono, tatto, olfatto, gusto e vista e l’esperienza del controllo per superare qualsiasi imposizione dettata dalla minaccia o dalla paura. “Quando ci accorgiamo dell’infinito che ci si presenta davanti e che ci supera afferriamo la nostra caducità. Ci liberiamo dei corpi superandoli: essi sono l’involucro e noi la luce che vi brucia dentro. Il suono realizzato per la performance è stato creato da Bernhard Schreiner dal vivo, senza l’uso di campionamenti; strutture e forme sono state determinate in parte in maniera autonoma, alcune trasformazioni sono avvenute a caso, altre invece sono state controllate dal corpo attraverso manopole e dissolvenze.

Martedì, 22 Luglio, 2003 - 23:45