Pascal Baes sperimenta con il feedback riflettente di un video proiettore in un’interazione meticolosa con una performance della sua compagna di vita Aï Suzuki. In post-elaborazione, le immagini sono state digitalmente modificate, il che si traduce in un espressionista studio astratto del corpo umano. Con l’aiuto di vari effetti, Baes interviene radicalmente sulle immagini, mutando le forme, penetrando la grana e ricostruendo il proprio esperimento visivo in un fantasma psichedelico del ‘corpus humanis’ e della sensualità distorta. Le linee demografiche si fondono con brandelli di corpo umano e tratti del viso in un’inquieta esplosione di colore, luce e movimento, espandendosi nell’interazione con una composizione elettronica di suoni scorrevoli e sferzanti in una esperienza claustrofobica.