1964, USA, 16mm, colore, sonoro, 11 min.
Fist Fight, a differenza di qualunque altro dei films di Breer, è autobiografico. In esso egli contempla e manipola immagini fisse del suo passato in ciò che è apparentemente un album di famiglia in movimento. Fotografie bianco e nero di sua moglie da ragazza, di sé stesso al suo tavolo di lavoro, dei bambini, una festa di nozze, e molti amici e scene personali sono buttate lì con frammenti di cartoni animati (tra cui una citazione da Horse Over Teakettle), una lettera scritta a mano che passa troppo veloce per esser leggibile, delle dita, un piede nudo, un topo in un cartone animato che prova ad accendere una lampada, e un topo vero che si cala nello spazio nero - isolando alcune delle immagini più sorprendenti. ...Il materiale personale si miscela alle animazioni e frammenti senza assumere un accento privilegiato. A volte sembra come se non fossero immagini personali, ma semplicemente le fotografie più convenienti per un film fortemente determinato ad esplorare maggiormente le ambiguità della staticità e del movimento, la superficie pittorica e la profondità illusoria.
P. Adams Sitney from Visionary Film, Oxford University Press, pp. 278-279