2003, Italia, 16mm & DVD, colore, musica da Le Quattro Stagioni (Estate-Presto) di Antonio Vivaldi, 2 min. 30 sec. Con Mariella Buscemi.
Componendo le partiture ritmiche delle immagini di Sole nero ho perseguito una "bellezza di potenza", come scrive il poeta Pierre-Jean Jouve, piuttosto che una "bellezza di armonia", disegnando "sculture di luce" che si svolgono nel tempo e si incidono nella notte della retina, secondo partiture ottico-luministiche regolate dalle leggi di una metrica interiore.
Oltre che una rivisitazione del pre-cinema, da Muybrigde a Plateau, che cerca di riprodurre il momento generativo dell'immagine, fra stasi e dinamismo, e al cinema del contrappunto fra immagine e suono, alla Fischinger, Sole nero costituisce anche il punto di confluenza del mio lavoro multimediale: con immagini del reale, pittura su pellicola, creazioni grafiche digitali (di mia figlia Francesca), animazioni e montaggio ipercinetico: il tutto illuminato dalla concezione di un "cinema di poesia", sotto l'egida di Gerard de Nerval, da un cui verso ho tratto il titolo Sole nero (saldando così un cerchio aperto più di 20 anni fa con il mio Aurélia, proprio ispirato al poema in prosa di Nerval).
L'esplosione atomica di un sole nero, metafora di una forza cosmica di distruzione/creazione, riverbera i suoi colori incandescenti nella camera oscura della mente... Nuclei di fotogrammi come suite musicali, regolate dalla legge del contrappunto e del leit-motiv. Le pause nere che, come in Bresson, segnano il ritmo delle visioni, le intermittenze del racconto. Due minuti e mezzo di "cinema atomico": un tempo filmico compresso, un tempo "proustiano", contratto e dilatato come un satori. E, a contrasto con questo "mondo delle origini", tempestato dalla luce e dal buio, animato da palpitazioni stroboscpiche ed illuminazioni interiori, la musica settecentesca di Vivaldi, che celebra l'euforia dionisiaca dell'Estate.
Note e aforismi tratti da Diari di lavoro
di A. Mazzoleni, 2003