2005, Francia, 16mm, colore, silenzioso, 7 min.
In Islam, la luce ha un nome sacro, Nûr, perché “Allah è la luce del paradiso e della terra”. “Seguendo questa Sura del Corano, è stata tradizionalmente stabilita l’equivalenza tra i due termini en-Nür, la luce, e Er-Rüh, lo spirito...”, nell’Encyclopédie des symboles pagina 378, libro tascabile.
Questo cortometraggio è stato realizzato durante l’inverno del 2004-2005, con un montaggio di cascate del film Tischk (raggio), co-diretto con Mahine Rouhi. …Al di là delle semplici analogie tra l’arte del vetro e la proiezione delle pellicole cinematografiche (o la semplice osservazione su un tavolo luminoso), c’è da tener conto delle diverse credenze e raffigurazioni di “Dio” attraverso la luce. Tra queste diverse rappresentazioni, saranno prese in considerazione solo le forme poetiche ed artistiche (motivi decorativi, astratti, figurativi, ecc.) a scapito dei dogmi religiosi, degli scismi e delle lotte. Qui si tratta di guardare solo l’arte che eleva l’Anima dell’essere umano oltre la sua condizione materiale, sia nell’etere celeste che nella poesia visiva. Il problema della rappresentazione di “Dio in forma umana” viene superato assimilandolo alla luce del Cosmo. Restano solamente le visioni contemplative di un’estasi mistica.
Olivier Fouchard