1974, Francia, 16mm, colore, sonoro, 12 min.
Incorporando dei pittorici paesaggi rurali alla Friedrich (che prefigurano il profondamente isolato paesaggio psicologico di Mother and Son di Sokurov) contrapposti ad immagini espressionistiche di ombre allungate, strutture scheletriche, e angoli di ripresa molto acuti che distorcono i campi di vista prospettici, Déjeuner du matin sovverte le nozioni convenzionali di famiglia e di rituale domestico per creare un ritratto spettrale di isolamento ed un rituale di Sisifo. Bokanowski mette in scena la noia della mondana, quasi automatica, routine mattutina in una casa colonica provinciale (una sequenza in loop che raffigura un inventore mentre disegna il suo ultimo progetto allo spuntar dell’alba rafforza questo senso di sonnambulismo) - fare la prima colazione, radersi, portare le balle di fieno - contro un senso di ineluttabilità claustrofobico, dove le momentanee eruzioni di immotivata violenza domestica sono attenuate entro le oscillazioni di una linea della vita, ed anche l’atto di volare tra le colline per guardare il sorgere del sole è reso infausto dal ribollire delle nuvole, dal fragile equilibrio di strutture vicine al collasso, e dal silenzio delle inorganiche montagne ostili. Concludendo con delle immagini pietrificate di disperazione ed un inanimato tentativo di connessione apparentemente troncato (o forse, riconciliazione) con l’incorporazione timbricamente stridente di una melodica musica di giochi carnevaleschi serve da rafforzamento ironico del tema dei cicli eterni del rituale.
Zach Campbell