2003, USA, miniDV, colore & b/n, sonoro, 8 min.
Un video/documentario musicale ibrido, Digits ripercorre le vicissitudini di due Euro terroriste che puntano il dito e dei loro classici nemici americani.
Digits è stato costruito come se l'archivio di un agente della CIA esplodesse e i suoi frammenti venissero ricomposti per chiarire un mistero straniero e distante. Il nostro lavoro normalmente segue uno schema narrativo più rigidamente lineare ma con questo video eravamo più interessati a suggerire la storia che a buttarne giù una, con fatti chiari che si succedevano.
È come se dei capitoli chiave della biografia di queste terroriste fossero bruciati, quel che sembra esser andato perso della storia amplifica la suspense, speriamo, ed evoca un mondo, un regno, ed un racconto anche più vasto ed atmosferico di quel che il pezzo effettivamente propone.
Visualmente, eravamo eccitati dalla nostra recente scoperta della tecnologia digitale, ci siamo divertiti con tutti i mezzi per eliminare tutto ciò che c'è di rigido e banale nel video, e come strumento per creare qualcosa di ricco ed esotico nell'apparenza. Ogni fotogramma è stato sottoposto a tensioni tali da culminare apertamente in un potente e quasi stereotipato stile cinematico da notiziario. Quel che può esser carente nel dialogo o nella chiarezza del racconto è supplito dalle tonalità dense di una visualità esuberante (e perciò) emozionalmente intensa, per cui l'apparenza esteriore del film funziona come un copione/sceneggiatura/struttura essa stessa.
Siccome il pezzo è avvolto in una consapevole aria modaiola, volevamo aprire dei buchi nella nostra costruita disinvoltura aggiungendovi delle sdrammatizzanti dosi di umorismo e banalità. Le foto degli attivisti tedeschi della Baider Meinhoff ci hanno ispirati, c'era qualcosa di avvincente nelle immagini di questi terroristi che si dibattevano ferocemente nelle mani delle forze dell'ordine in una foto, e poi scorrendo di un'inquadratura, gli stessi si muovevano indolenti nella stanza di un grigio hotel, con indosso calzettoni al ginocchio, sgranocchiando cracker e oziando come degli innocui sconosciuti. Digits, come tutti i nostri lavori amalgama insieme l'eccentrico drammatico con l'insulsaggine del consueto, e diventa qualcosa di interessante ma anche di graziosamente modesto.
William Scott Rees