2008, Stati Uniti, video, colore, musica di Wolfgang R. von Stürmer, 14 min. 50 sec.
Richard Garet intreccia vari media come l’immagine in movimento, il suono, la performance multimediale e la fotografia. Nell’opera che va dagli ambienti modificati alle installazioni site specific, alla proiezione di opere audiovisive, Garet costruisce degli spazi intimi e delle situazioni immersive che attirano l’attenzione verso i processi di percezione e cognizione ed attivano dei fenomeni sensoriali, fisici, psicologici che riflettono sulla natura e sull’esperienza del tempo.
Le opere di Garet, concettuali nell’origine oppure derivanti dalla sua indagine dei sistemi complessi e delle traduzioni algoritmiche, scaturiscono dal rumorio istituito dalla cultura dei mass media e l’arena collettiva che lo circonda. Il processo riduttivo di Garet cerca di invertire la funzione normativa di questo rumorio, traendolo fuori dallo status subliminale verso una presenza attiva. Egli trova ulteriore ispirazione dalle interazioni materiali che incorporano dei problemi di contesto, tecnologia, de-funzionalizzazione, materie prime, e ambiente.