1973, UK-USA, 16mm, b/n, no sonoro, 30 min.
Da alcuni anni si assiste ad una vera e propria riscoperta del lavoro di Anthony McCall, numerose sono le retrospettive a lui dedicate che tentano di mettere in risalto l'attualità delle sue ricerche sebbene queste risalgano al decennio settanta. Ricerche che McCall inizia in seno al movimento strutturalista inglese, per poi proseguirle negli Stati Uniti dove comincia a sviluppare quelli che lui chiama solid light films, dei film fatti solo di luce, enigmatici per la loro dimensione scultorea. I solid light films sono da viversi in quanto esperienze sensorie che ribaltano la relazione classica che uno spettatore può avere di fronte all'oggetto filmico, lo spettatore è obbligato a muoversi nello spazio se vuole cogliere questi film-installazioni nella loro interezza.
Line describing a cone rimane certamente uno dei film più famosi, senz'altro perché fu il primo della serie ma anche perché ancora oggi colpisce per la sua semplicità ed eleganza e per la sua radicalità. A partire dalla proiezione di un punto bianco luminoso, si assiste all'apparizione di una linea, che lentamente circola per diventare poi un volume conico nello spazio di proiezione. Line describing a cone è un film che non può esistere altrimenti che nel presente, nel momento in cui è proiettato perché non è altro che un puro fenomeno percettivo e sensorio, privo di una qualsiasi materialità.