1979, Gran Bretagna, 16mm, bianco/nero, sonoro, 2 min.
Night Train è iniziato come un film silenzioso di osservazione del moto relativo. I tempi lunghi di esposizione sono utilizzati per registrare le luci viste da un treno che passa attraverso un paesaggio che cambia. Una cinepresa 16mm è fissata al finestrino aperto del treno, rivolta verso la direzione di marcia. La durata dell’esposizione della cinepresa è lenta, circa 1/2 secondo. Le luci del paesaggio sono registrate come delle tracce orizzontali -quanto più una luce è vicina al treno, o più veloce il treno, più lunga è la traccia della luce.
Guy Sherwin Optical Sound Films 1971-2007
Il suono delle luci che passano attraverso un paesaggio buio visto da un treno in movimento.
Night Train può esser visto come una continuazione della tradizione Vertoviana di impiegare la pellicola per rivelare i fenomeni normalmente non visibili ad occhio nudo. Night Train è girato da un treno in movimento di notte, utilizzando dei tempi di esposizione di mezzo secondo per fotogramma. La cinepresa registra le luci che scorrono come delle tracce, in modo che più gli oggetti sono vicini al treno, più lunga è la traccia. Questa è l'esperienza familiare del viaggio in cui ci sembra che gli oggetti più vicini passano più velocemente di quelli lontani. Qui ciò si traduce in una schermata nera con delle linee astratte bianche orizzontali, delle sorgenti luminose distanti che realizzano delle finte linee brevi, quelle più vicine delle linee lunghe e luminose.
Il sobbalzare del treno influisce anche sulla qualità della traccia, impartendo uno zig-zag, che la fa apparire ancora più simile ad un elettrocardiogramma. Le linee si disegnano sulla celluloide, o meglio il treno disegna se stesso attraverso le sorgenti luminose, rendendo le linee nello stesso modo in cui un ghiacciaio acquisisce delle striature dalle rocce che attraversa. Così si pensa al film che riprende sé stesso, nel senso che si tratta di un montaggio/procedura che può generare il suo corso senza impedimenti.
A causa della brevità di ogni fotogramma, il film è copiato molte volte su un'altra striscia di pellicola, ogni volta slittato di un fotogramma, estendendo così la durata di ogni fotogramma di quasi mezzo secondo. Questi fotogrammi estesi si sovrappongono fisicamente e temporalmente, e si vedono diverse tracce che si costruiscono sullo schermo. Queste tracce generano anche il suono mentre vengono esaminate dal lettore ottico audio nel proiettore. Il flusso continuo si ferma una o due volte, quando il treno si ferma in una stazione ed un’immagine naturalistica si forma bruscamente. Il contrasto impressionante tra questi due tipi di immagine ci costringe a ripensare la nostra esperienza di viaggio notturno. Noi concepiamo le luci lontane e le stazioni ferroviarie come all'incirca la stessa cosa, eppure la traccia visiva di queste cose ci presenta delle immagini così distinte da sembrare mutualmente esclusive al di là del comune denominatore della luce.
Nicky Hamlyn, Coil Magazine Novembre 2000