1976, 16 mm, b/n, sonoro, 12 min.
In 'The Girl Chewing Gum' una voce imponente dirige l'azione in una trafficata via londinese. Quando le istruzioni diventano più assurde e bizzarre, ci rendiamo conto che il presunto regista (non la ripresa) è immaginario; descrive - non ordina - gli eventi che hanno luogo davanti a lui. Smith ha abbracciato "lo spettro della narrativa" (soppresso dal film strutturale) per utilizzare la parola contro l'immagine ed il caso contro l'ordine. Tagliente e diretto, il film anticipa i più complessi scenari futuri; brillante su più piani di azione, con giochi di parole, ma anche seriamente e poeticamente infestato dal fantasma non sradicabile del dramma.
A.L. Rees
"A Directory of British Film & Video Artists"
Arts Council of England, 1995
Abbandonando il più sottile uso della voce narrante nel documentario televisivo, il film attira l'attenzione sulla funzione di controllo e di direzione di quel sistema, imponendo, giudicando e creando una scena immaginaria da una traccia visiva. Questo "Grande Fratello" non solamente ti guarda, ma ti manda da sinistra a destra, così come l'identificazione dello spettatore passa dalla gente per strada all'occhio della macchina da presa, dominando dall'alto la scena. Il vojeurismo che ne risulta assume un misterioso aspetto poiché la monotonia della scena (una ripresa in bianco e nero in un giorno grigio ad Hackney) contrasta con il vicino "magico" controllo che si identifica nella voce. L'effetto più sorprendente è la naturalezza con cui la rappresentazione e la descrizione si trasformano in un fantasma, attraverso il determinante potere del linguaggio.
Michael Maziere
"John Smith's Films: Reading the Visible," Undercut, 10/11, 1984