INDEPENDENT FILM SHOW 22 Edition
giovedì 16 - venerdì 17 - sabato 18 giugno 2022
Belvedere Museo Nitsch (vico Lungo Pontecorvo 29/d Napoli)
accesso contingentato - inizio delle proiezioni ore 9:00pm
Saranno garantite tutte le misure necessarie per la sicurezza dei visitatori, in accordo con le prescrizioni governative
Independent Film Show 22 edition, tra le più innovative rassegne internazionali di experimental film, dal 2001 coordinata da Raffaella Morra e organizzata da E-M ARTS e Fondazione Morra, in collaborazione con Goethe-Institut Neapel, si arricchisce con un segmento immersivo ed educativo programmando la lezione Photographic darkroom works di Telemach Wiesinger (16.06 ore 6:30pm) e con il Centro di Fotografia Indipendente i workshops Phytography di Karel Doing (Vigna San Martino 17.06 ore 11:00am) e Neither Black nor White: simple tinting and toning in 16mm di Richard Tuohy e Dianna Barrie (il 19.06 luogo da definire).
Il ‘qui-e-ora’ dell’Independent Film Show testimonia l’appagamento di una passione - l’indagine del experimental film, e la condivisione delle osservazioni che ne scaturiscono. Al di là degli specifici sistemi e convenzioni, questa forma d’arte è autonoma - ogni film-maker adopera la propria genialità creativa sperimentando metodi e abilità spesso artigianalmente - e concede un’esperienza percettiva inusuale: l’immersione nella sostanza del fotogramma attraverso un incontro tra partecipante e film-maker, incluse le macchine di proiezione come strumenti insostituibili. Il substrato di celluloide non è semplicemente il vettore di immagini fotografiche ma un territorio di immaginazione e innovazione.
Independent Film Show emerge come rifugio rivelatore per cinefili, dove si condivide l’amore per il film sperimentale e per le estreme esperienze audio-visive e si stabilisce una relazione reciproca. Non è soltanto osservare i film e video, ma è anche intrinsecamente un modo per parlare e poi diffondere i discorsi. La certezza di molteplici visioni alternative riaffiora in questi nuovi contesti, resistenti al consumo capitalistico e alla ricerca di una rivisitazione della società, magari iniziando a comprendere la diversità come incontro con un organismo altro.
giovedì 16 giugno 2022
«ON N’ENCHAÎNE PAS LES VOLCANS» Selezione di films di JASMINE CLOTILDE PISAPIA
Nel suo saggio «On n’enchaîne pas les volcans» (Non si incatenano i vulcani), la poetessa e saggista Annie Le Brun evoca come motivo filosofico cruciale il fascino del Marchese de Sade per i vulcani. “Mai prima”, lei ci dice, “il sentimento di catastrofe era stato così splendidamente formulato, anche nelle sue implicazioni erotiche, attraverso questa grandiosa polarità: tra il desiderio e le forze della natura”. I vulcani non appaiono semplicemente come immagini o idee. Le loro forme emergono dai movimenti della materia e dalle profondità dell’immaginazione. Infatti, uno dei personaggi di Sade - il famoso chimico Almani - si soffermava con ammirazione davanti alla cornice dell’Etna mentre espelleva le sue fiamme: “Ho desiderato essere questo famoso volcano”. Se i vulcani sono posseduti dall’energia tellurica ardente, possiedono anche organismi e menti. Forniscono esplosioni scabrose, risonanze scatologiche: la loro calamità è scandalosa. I films in questo programma esplorano le molteplici sfaccettature di queste terrificanti eruzioni sensuali. A volte, la cinepresa cattura l’evento spettacolare. In altri momenti, le immagini fremono per la tensione dell’aspettativa, della devozione, della latenza, del silenzio, e del rischio di annientamento. Quali sono le relazioni di queste immagini con il mondo sensibile? La realtà delle crisi contemporanee che cosa ha derubato del nostro potenziale immaginativo, della nostra capacità di inventare prospettive stravolte?
Con la generosa collaborazione di Emmanuel Lefrant, André Habib, Pierre-Luc Vaillancourt e l’Institut pour la Coordination et la Propagation des Cinémas Exploratoires/ICPCE
THOMAS BARTELS Films 35mm selezionati presentati da Telemach Wiesinger (proiezione digitale)
Thomas Bartels è un artista e film-maker tedesco. Le sue opere coinvolgono spesso la meccanica dinamica e l’artigianato. I suoi films in pellicola analogica 35mm sono creati al proprio tavolo dei trucchetti e laboratorio filmico.
Telemach Wiesinger presenta tre films del suo collega artista, tra cui una sorpresa dalla loro collaborazione.
Thomas Bartels unisce due espressioni artistiche generalmente separate: il film e la scultura. Gli oggetti cinetici diventano attori nei suoi film ed i film sono parte integrante delle sue sculture. Sì, gli oggetti stessi vengono ripresi nei propri movimenti costanti, con i propri cambiamenti di luce e ombra: sono ‘sculture cinematografiche’. La misteriosa poesia della loro meccanica e le strutture chiaramente composte di luce e ombra si trasformano in un’immagine autoironica del tempo che passa, un riflesso dei nostri ricordi e delle nostre possibilità. (Anne Mueller della Haegen)
TELEMACH WIESINGER e il suo FILM POEM TOUR dal vivo in Italia
Telemach Wiesinger è un narratore, la cinepresa e i proiettori sono i suoi strumenti. Le sue opere filmiche sono allo stesso tempo poemi visivi, diari di viaggio e studi antropologici. Le immagini delle sue sequenze montate in modo associativo e ritmico, raccolte su pellicola 16mm, creano un affascinante caleidoscopio dell’Europa. Si scoprono dei luoghi che soltanto lo sguardo filmico può svelare. “Nero su bianco” magistralmente progettato con strumenti filmici analogici, FILM POEM dà nuova vita alle cose. Il positivo incontra il negativo, le fluide proiezioni multiple mostrano delle immagini in dialogo. Piccole scene improvvisate in pantomima, caratterizzate da un affettuoso umorismo, suscitano ulteriori associazioni. Con la sua attrezzatura composta da diversi proiettori, Telemach Wiesinger offre una performance dal vivo piena di sorprese, caratterizzata dalla gioia per la sperimentazione. Invece dell’anonima e sempre uguale riproduzione di un’immagine-suono preservata, le performances di Expanded Cinema creano un incontro vivace tra artista e pubblico, incluse le parole durante il cambio di bobina. Con il suo FILM POEM TOUR Telemach Wiesinger è in giro per i festival cinematografici internazionali, nei musei o nelle gallerie d’arte ed anche in luoghi speciali ‘all’aperto’ ed eccellenti cinema d’essai. Sempre nuovo e sempre diverso: Manege frei für Illusionen! Clear the ring for illusions! Campo libero alle Illusioni!
venerdì 17 giugno 2022
THE CITY BRIDGES ARE OPEN AGAIN Films recenti di MASHA GODOVANNAYA
Nei films sperimentali di Masha Godovannaya, l’intimità è associata ad un fervore attivista, mentre al livello del montaggio e della gestualità un’ironia ben mirata lascia comunque spazio a un’empatia senza compromessi verso il piccolo e il vulnerabile. La visione straordinariamente personale di Masha evidenzia la posizione strutturale e politica delle immagini sensuali e rivela l’assurdità e il maschilismo nell’autorappresentazione delle ideologie politiche. La sua metodologia femminista, queer e decoloniale non è soltanto un’idea che permea il lavoro della film-maker, ma un metodo che costituisce la base per il montaggio di materiali eterogenei, dai frammenti di film e video trovati al proprio materiale e ai films di altr* film-makers che sono stati reinterpretati attraverso l’editing. La deframmentazione, la stratificazione, la dispersione e la separazione analitica delle immagini, così come la collaborazione collettiva con altr* artist* comprendono una strategia queer in cui “decolonizzare la visione significa cambiare l’intero ordine delle cose”. Questo approccio al cinema si intreccia con la pratica del vivere ed è aperto alla collettività e alla trasformazione. (Katerina Beloglazova)
BIOSCOPIO BIOSFERA di KAREL DOING
Le invenzioni tecnologiche che hanno reso possibile il cinema assumono diversi nomi fantasiosi come Fantascope, Mimoscope, Omniscope e Tachyscope. Questi dispositivi sono ora relegati nei musei e nelle collezioni private, incluso il dispositivo di visualizzazione portatile chiamato Bioscope. Il termine bioscopio è sopravvissuto come nome della sala cinematografica, un luogo dove la vita viene ricreata davanti agli occhi di un pubblico incantato. Questo nuovo modo di ‘vedere la vita’ è un affare molto umano, strettamente correlato alla crescita delle città, dei trasporti e della meccanizzazione. Nel presente, la famigerata era dell’emergenza climatica ed estinzione delle specie, il termine bioscopio appare sempre più sinistro. Dov’è effettivamente la vitalità che questo spazio dovrebbe presentare? È ancora possibile mostrare la vita per mezzo della tecnologia? Questo programma si occupa degli aspetti della vita che raramente vengono presentati come significativi nel contesto del cinema: piante, funghi, microbi e alghe. Oltre a queste creature di grande impatto e spesso trascurate, sullo schermo compaiono anche alcuni animali più conosciuti come creatori di una strana forma musicale. Idealmente, una tale attenzione al di là dell’umano rivitalizza inoltre i partecipanti umani a questa grande tragedia, riunendo le persone per apprezzare ancor più pienamente la propria inclusione nella biosfera.
sabato 18 giugno 2022
IT GOES WITHOUT SAYING di GREG POPE
It Goes Without Saying è una performance filmica/sonora basata sul testo/poema con lo stesso titolo. Le immagini a colori e in bianco+nero sono sovrapposte da due proiettori 16mm.
…Ho sempre pensato che fosse incredibilmente eccitante e proficuo guardare indietro per andare avanti. Fin dall’inizio del mio interesse per l’immagine in movimento, mi sono immerso nel lavoro dei primi pionieri, in particolare Méliès e i suoi contemporanei - che sembravano trovare un legame naturale (in cui credo anch’io) tra il cinema e l’alchimia, l’occulto, il magico l’allucinazione e il trucchetto. Ho anche iniziato a guardare oltre le tecnologie pre-cinematografiche, i metodi della lanterna magica per creare movimento e anche i pupazzi d’ombra giavanesi, che erano integrati in gran parte del mio lavoro con Loophole Cinema negli anni ‘90 - e ancora oggi costituiscono una pietra miliare di ciò che creo. Nella corsa cieca verso un’utopia digitale, c’è ancora una quantità incredibile di territorio inesplorato lasciato alle spalle, e questo è il paesaggio in cui mi piace vagare e meravigliarmi. (Greg Pope)
Films 16mm fatti a mano di RICHARD TUOHY e DIANNA BARRIE
Il cinema è considerato la prima arte inevitabilmente meccanica. Ma in questa epoca post-meccanica, l’apparato tradizionale del cinema è stato troppo rapidamente considerato obsoleto e primitivo. Tuttavia, il passaggio dei macchinari industriali agli utilizzatori antindustriali rappresenta una delle principali opportunità creative per rivalutare e reinterpretare la nostra stessa natura trasformata dall’era delle macchine. Nell’epoca post-meccanica, il lato umano della macchina può esser reso evidente. Nell’epoca post-meccanica, il ‘fatto a macchina’ è il nuovo artigianato. Questo programma presenta cinque recenti opere filmiche dei cine-sperimentatori DIY australiani Richard Tuohy e Dianna Barrie che esplorano l’apparato primitivo del cinema e la relazione tra mano e macchina.