Oggi in Italia, gli eventi dedicati interamente al cinema sperimentale sono rari. Nel corso degli ultimi anni alcuni festival hanno integrato le sezioni in cui sono programmati films e video sperimentali così come le arti basate sul tempo, ma l'opportunità di avere un intero festival dedicato all'esplorazione delle pratiche passate ed attuali nel cinema sperimentale è abbastanza unica.
Tenendo conto che Napoli ha una lunga tradizione nelle arti ed ha ospitato alcuni dei movimenti di avanguardia più interessanti che si sono avuti in Italia nel passato, forse non è solo una coincidenza che Independent Film Show ha sede qui.
Quest'anno Independent Film Show si svolgerà per più giorni di prima ed il programma è stato arricchito con più proiezioni. Continuerà a svilupparsi fiduciosamente, anno dopo anno, colmando il gap lasciato dagli altri.
Più di un festival - tenendo conto dell'accettazione di ciò che i festivals al giorno d'oggi sono diventati - Independent Film Show dovrebbe forse esser visto come un'occasione rara per scoprire i films sperimentali in un contesto conviviale ed informale. Poiché qui, nella stessa tradizione dei salotti letterari o culturali che esistevano nel diciottesimo e diciannovesimo secolo in Italia così come in altri paesi europei, la scoperta del cinema sperimentale proviene da una passione per il soggetto e dal piacere di compartecipare della conoscenza.
Con molti più artisti che utilizzano il film o il video, ed i cambiamenti tecnologici che si succedono in modo vertiginoso, è diventato primario vedere le pratiche creative attuali nell'ambito del film e video non soltanto nel contesto di edizioni contemporanee ma anche nella prospettiva di come si relazionano ai processi che si sviluppano nel tempo. Il cinema sperimentale oggi non sarebbe certamente lo stesso senza il contributo di quei film makers che, durante il secolo passato, hanno esplorato e studiato le qualità inerenti del film e video spingendo i limiti delle loro possibilità espressive. I tre programmi proposti al Independent Film Show testimoniano tutti l'importanza di questa eredità.
Il primo programma, curato da Karen Mirza e Brad Butler, offrirà una rara possibilità per scoprire un lato sconosciuto del Cinema Indiano. Pochi sanno che in India non c'è solo Bollywood ma anche una scena per il cinema sperimentale. Può essere limitato e frammentato, poiché manca di fondi ed è principalmente concentrato nelle maggiori città, ma rivela almeno un tentativo di realizzare un network per sostenere i metodi alternativi del filmare e fare video. Partendo dal 1913 al 2004, questo programma offre in primo luogo un'interessante visione storica di ciò che può essere considerato le fondamenta del cinema d'autore Indiano prima di muoversi verso la piattaforma contemporanea del film e video. Abbastanza sorprendentemente, si scoprirà che attraverso tutte le decadi molti film makers hanno condiviso una preoccupazione simile nell'affrontare dei soggetti come la mitologia Indiana e l'identità culturale. Nell'era della globalizzazione e dei films blockbuster, in cui il linguaggio visivo per esplorare e descrivere il mondo sembra essere sempre più standardizzato, un programma di films come quello che Karen Mirza e Brad Butler hanno ricercato è di un'importanza capitale. Non soltanto perché rivela i diversi metodi formali ed estetici del cinema, ma anche perché sposta il nostro punto di vista come spettatore lontano dal nostro angolo di visione centrato sull'occidente.
Il secondo programma, curato da Bady Minck, ci inviterà a riconsiderare i molti usi potenziali del suono con il film. La profusione di video pop commerciali e pubblicità con cui ci confrontiamo non significa necessariamente che la sintassi visiva e sonora ha progredito molto da quegli esperimenti che alcuni artisti hanno effettuato nel passato. Infatti i video pop e le pubblicità si sono immersi molto nel cinema sperimentale, causando abbastanza spesso una sfocatura fra i due. Questo programma attirerà la nostra attenzione su alcuni films che possono essere visti come la quintessenza della storia del cinema sperimentale, nel modo i cui esplorano le possibili relazioni fra il suono e l'immagine. Inoltre sarà l'occasione per scoprire alcune opere contemporanee, alcune forse mai viste in Italia, che si legano al medesimo argomento. Un pensiero importante che Bady Minck desidera suggerire con la scelta di questi films è che l'interazione fra il suono ed il film non dovrebbe essere vista come un processo lineare. I fenomeni visivi e sonori possono essere estremamente diretti se sperimentati ad un livello sensoriale puro. Ma quando il suono e le immagini si confrontano con le proprie qualità intrinseche come i linguaggi, il risultato può essere molto più complesso.
Il terzo ed ultimo programma, scelto da Joost Rekveld, sarà una visione sorprendente del cinema astratto attraverso la prospettiva della cinetica e dell'interconnessione fra l'arte e le scoperte tecnologiche. Ogni volta che il cinema si è associato alla scienza, nel tentativo di rivelare i fenomeni della natura non percepibili dall'occhio umano, ha sempre provocato alcune impressionanti esperienze filmiche che hanno lasciato il segno. Per esempio si potrebbe pensare a E. J. Marey o a J. Painlevé che hanno fatto films all'inizio del secolo scorso. Certamente le loro immagini hanno contrassegnato l'immaginario oltre la semplice cerchia di connaisseurs. Il punto interessante che Joost Rekveld sviluppa con il suo programma è che il cinema astratto, oltre ad attingere da fonti estetiche e/o scientifiche, può anche avere una dimensione filosofica o spirituale. Ciò proviene dal fatto che il cinema astratto può essere collegato ai movimenti artistici e filosofici moderni/contemporanei. La realtà è un soggetto che può essere messo in discussione in molti modi diversi, e la direzione verso l'astrazione a volte può rivelare in modo semplice un tentativo per guardare la realtà oltre i pregiudizi.
Tutti i programmi di questo anno sono fortemente impegnati, ognuno in modo proprio, nelle questioni sempre presenti nei contesti del cinema sperimentale e delle arti visive. I tre programmi mostrano un punto di vista su come vedere le pratiche contemporanee in una nuova luce disponendole nella prospettiva delle precedenti esperienze rivisitate. Inoltre ciò che si evidenzia all'interno di ciascun programma, in questa edizione di Independent Film Show, è la domanda di Ciò che è/può essere realmente nuovo nella sperimentazione filmica? Sperimentiamo soltanto per il gusto di provare nuovi dispositivi tecnologici? Siamo consci di un'eredità che è già lì? Sappiamo come relazionarci? E come possiamo allargare la visione della sperimentazione nel contesto dei cambiamenti globali che abbiamo vissuto?
Mai come oggi il cinema si confronta con evidenti cambiamenti tecnologici e nuovi modi di distribuzione, e quindi è l'intera esperienza del cinema che è cambiata. In termini di cinema sperimentale, durante le ultime decadi abbiamo vissuto uno spostamento dalle sale cinematografiche alle gallerie ed ai musei che ora si occupano di films sperimentali.
Muovendosi verso nuovi luoghi di riunione, il cinema sperimentale è in qualche modo in corso di rimodellamento, anche in termini di come si può mettere in discussione il linguaggio completo.
Dallo scorso anno, Independent Film Show ha integrato l'esperienza aprendo lo spazio anche alle installazioni e alle performances. Questo anno due installazioni site-specific, Keynote dei FordBrothers e Island Playback di Katarina Matiasek, ed una performance di Karel Doing e Pierre Bastien sono state programmate in relazione ai programmi di films.
Per concludere, come contrappunto all'intero programma, si avrà l'opportunità di vedere alcuni rari films del compositore Mauricio Kagel.
Ci sono dei collegamenti notevoli fra tutti i films programmati in questa edizione di Independent Film Show. Ciò è particolarmente inaspettato poiché tutti i curatori hanno avuto carta bianca per proporre il proprio programma in modo indipendente uno dall'altro.
Datti una gioia: raggiungici per vedere i films e partecipare alla discussione che seguirà le proiezioni!
Katia Rossini