Introduzione 2007 Katia Rossini

Durante l’ultima decade siamo stati testimoni di un’incredibile ripresa di interesse per il cinema sperimentale. È emersa una nuova generazione di artisti; ora i musei, le cineteche ed i festivals hanno programmi e retrospettive di films sperimentali passati e contemporanei, inoltre le installazioni video e filmiche fanno parte dell’esperienza delle gallerie d’arte.
Come nuovo medium artistico, nel corso del ventesimo secolo il cinema ha modificato in modo permanente la nostra visione della storia e il senso delle percezioni ed il cinema sperimentale ha avuto un contribuito significativo. La sperimentazione filmica, per tradizione, è interessata alle questioni di estetica filmica, al linguaggio filmico ed ai numerosi utilizzi della tecnologia. Affrontando questi problemi senza compromessi, sovvertendo i codici e gli schemi imposti dal cinema tradizionale, la sperimentazione filmica ha indubbiamente influenzato i generi più convenzionali del cinema - il montaggio filmico e l’utilizzo degli effetti speciali possono essere degli esempi tipici. Tuttavia sarebbe errato ridurre il cinema sperimentale ad una pratica filmica interessata solamente all’estetismo e all’innovazione tecnica. Per ottenere una conoscenza completa delle energie stravaganti del cinema sperimentale, è inoltre importante assumere una prospettiva storica. I cambiamenti sociali, politici e culturali hanno avuto sempre un grande effetto sui modi e sulle pratiche artistiche, e questo inoltre ha influenzato inevitabilmente la sperimentazione filmica.
A tal proposito è interessante notare che la storia del cinema sperimentale è caratterizzata da costanti alti e bassi, pause e spinte inattese, rotture e continuità. È una storia ciclica, poiché il cinema sperimentale si è sempre imposto contro la cultura commerciale o orientata al business, ma allo stesso tempo ne è stato regolarmente recuperato ed assimilato. Che cosa è sperimentale un giorno, e quindi può non esser considerato così il giorno seguente. Il cinema sperimentale è soprattutto uno stato della mente, poiché può soltanto esser vero per sé stessi, quando motivato dalle scelte personali e non imposto dalle tendenze o dai canoni standardizzati. Gli artisti ed i film-makers indipendenti si sono ripetutamente raggruppati insieme per neutralizzare le limitazioni imposte dall’industria filmica e dalla così detta cultura dominante. Ecco perchè la storia del cinema sperimentale è inoltre uno dei movimenti, gruppi e collettivi che hanno lottato per mantenere viva questa libertà.
Questo aspetto collettivo è un elemento molto spesso sottovalutato. C’è una tendenza a pensare che i film-makers sperimentali siano individualisti che lavorano da soli, tagliati fuori da qualunque tipo di realtà sociale. Infatti, i laboratori ed i luoghi di produzione e distribuzione gestiti in modo collettivo sono stati sempre strutture chiave in termini di supporto dato agli artisti e ai film-makers. Questi sono inoltre luoghi - sostenuti da particolari situazioni sociali, politiche e culturali - che danno vita ad una piattaforma artistica e che permettono l’esistenza di networks.
Detto questo, potrebbe allora esser interessante contestualizzare i programmi che saranno mostrati in questa edizione del Independent Film Show fornendo per ognuno delle brevi informazioni di base.
Questo anno quattro programmi vengono dalla Francia. Questo è attualmente il paese in Europa in cui probabilmente si può trovare una delle piattaforme più vivaci per il cinema sperimentale. Dagli inizi degli anni ‘90 un numero abbastanza sorprendente di gruppi e collettivi è emerso in varie zone della Francia; in effetti alcuni esistono dagli anni ‘70 e ‘80. Parigi è inevitabilmente la città in cui si basano la maggior parte delle associazioni, poiché questa è il luogo dove sono tutte le principali istituzioni del film. Tuttavia in termini di network di cinema sperimentale, la mappa che potrebbe esser disegnata è molto più ampia e va dall’est all’ovest e dal nord al sud della Francia. Sono svolte una vasta gamma di attività: proiezioni, pubblicazione di newsletters o art-zines, laboratori di films, distribuzione e così via. Questo è ovviamente un terreno fertile per la creatività e perfino il CNC (Centre National de la Cinématographie) ha dovuto riconoscerlo, accettando di adottare recentemente dei criteri flessibili per il founding.
I due programmi scelti da Christophe Bichon testimoniano la vivacità della situazione francese. Avendo lavorato per la Light Cone da parecchi anni - una delle principali biblioteche di distribuzione per il cinema sperimentale non soltanto in Europa ma nel mondo (Light Cone ha appena celebrato i venticinque anni di attività), Bichon è ben disposto a darci una descrizione dell’attuale cinema sperimentale francese. È inoltre curatore per le proiezioni dello Scratch, un’importante passerella parigina per il cinema sperimentale. I films scelti per l’Independent Film Show costituiscono una specie di topografia di alcuni stili e metodi che hanno contrassegnato il modo sperimentale di fare films in Francia durante gli ultimi anni. Inoltre attraverso le due compilations, Visions of reality e Motives and textures, Bichon evidenzia anche due correnti ancora molto vive nel cinema sperimentale francese: il tentativo di personalizzare l’esperienza degli aspetti naturali ed un interesse inesauribile nelle qualità intrinseche della celluloide.
Goran Vejvoda e i Background propongono qualcosa di molto diverso. Vejvoda è un sound artist, un musicista e un video-maker, che è inoltre attivo in molti altri campi artistici. Non troverete mai una biografia completa (anche se google-ate intensivamente!) poiché resiste qualunque descrizione predeterminata sulle cose che fa o che cosa sono. Lo stesso può andar detto per i Background, un gruppo con strutture variabili. Iniziato da Vejvoda, insieme ad altri artisti di base a Parigi come reazione agli ambienti predefiniti dell’arte, Background propone delle performances multi-disciplinari che potrebbero esser viste come degli happenings site-specific. Il film, il video, la musica e la coreografia sono alcuni degli elementi mixati durante questi eventi.
Old&New-Famous&Forgotten-Mix&Unknown è il primo programma che Goran Vejvoda ci proporrà. Come dice il titolo, questa è un compilation di films corti, recenti e più vecchi, che Vejvoda ha deciso di selezionare a caso da una collezione di opere che gli piacciono. Adottando un metodo provocatorio per curare questa compilation, egli solleva delle questioni circa la difficoltà di far fronte al flusso delle informazioni che affrontiamo al giorno d’oggi: tenendo conto del gran numero di offerte culturali a cui abbiamo accesso, come possiamo ancora scegliere qualcosa?
Il secondo programma, intitolato Mega Accumulation Indeterminacy, sarà una performance dei Background, con Goran Vejvoda, Florence Müller e Aurélie Lobin. Specificamente immaginato per il Palazzo dello Spagnolo, la performance integrerà alcune parti danzate e dei films di Goran Vejvoda e di Florence de Montgolfier.
L’Olanda è un altro paese con una lunga tradizione nella sperimentazione filmica ed una comunità molto energica di film-makers sperimentali. Nel 2004 due progetti importanti hanno contribuito a dimostrarlo: uno è stato il lancio di un libro che ha fornito finalmente la documentazione sul cinema sperimentale olandese dagli anni sessanta all’oggi, l’altro è stato un’impressionante retrospettiva di films sperimentali olandesi al Film Festival di Rotterdam. Giusto un anno prima è stata creata la Filmbank, una casa di distribuzione che ha fatto molto per mostrare i films indipendenti e sperimentali olandesi. Il programma Visual Music from the Netherlands, curato da Joost Rekveld, ci darà una visione affascinante nel cinema astratto olandese. Sarà inoltre una continuazione sorprendente del programma sul cinema astratto che Joost Rekveld ha portato al Independent Film Show lo scorso anno. La compilation, che include films principalmente degli anni settanta così come quelli recenti, metterà a fuoco il rapporto fra la pellicola e la musica, in modo più preciso come può esser visualizzato il suono. Un secondo programma sarà una retrospettiva parziale dei films di Joost Rekveld. Egli stesso film-maker incredibilmente esperto e musicista, è certamente una delle figure principali del cinema astratto contemporaneo. Ispirato dagli studi sulla cinetica e sull’ottica medioevale e rinascimentale, tra l’altro, il suo lavoro è un’esplorazione ipnotizzante dei fenomeni connessi alla propagazione e diffrazione della luce. Avremo inoltre la possibilità di vedere una delle sue ultime video installazioni.
L’ultimo programma è curato da Sandra Gibson e da Luis Recoder. Il cinema sperimentale ha subìto un risorgimento visibile non soltanto qui in Europa ma certamente anche negli Stati Uniti, in cui gruppi di film-makers e collettivi stanno fiorendo. Residenti a New York, Sandra Gibson e Luis Recoder hanno scavato zelantemente negli archivi di Colab (Collaborative Projects), una delle organizzazioni d’arte più radicali che è mai esistita a New York. Fondato da un gruppo di artisti nel 1977, è stato un precursore per le pratiche collettive nell’arte. Colab è stata un’organizzazione radicale, non-gerarchica che voleva facilitare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di ogni sorta di progetto artistico e che ha fornito degli spazi di esposizione alternativi per gli artisti emergenti. Coleen Fitzgibbon è stata uno dei suoi membri chiave, ed anche artista del video e del film sperimentale attiva all’interno del movimento di cinema strutturalista. Grazie al lavoro meticoloso di Sandra Gibson e Luis Recoder, alcuni dei suoi films sono stati restaurati di recente ed avremo l’occasione rara di vederli qui al Independent Film Show.
Sandra Gibson e Luis Recoder, essi stessi film-makers e performers, sono di sicuro fra gli artisti più attivi ed interessanti, di recente emersi sulla scena new yorkese. Il loro lavoro, fatto individualmente o insieme, solitamente utilizza degli allestimenti di proiezioni multiple e l’uso di varie superfici di schermo. Maneggiando dei proiettori 16mm e le sorgenti del raggio luminoso, Sandra Gibson e Luis Recoder creano degli ambienti cinetici inattesi in cui le tracce sonore scelte con attenzione amplificano l’esperienza. Per l’ultimo giorno del festival essi presenteranno una delle loro ultime installazioni che è inoltre in parte una performance. Una volta ancora, the Independent Film Show sta presentando un ricco programma di films, installazioni e performances mai prima programmate in Italia. Poiché ora è una tradizione, ci saranno inoltre molti ospiti. Le notti saranno certamente lunghe: sii pronto!

Katia Rossini