2001, Germania, Betacam SP/DVD loop, colore, sonoro, 4 min. 36 sec.
Phantom è in gran parte incentrato su voluminosi, voluttuosi tendaggi per finestre che si gonfiano e sbattono al vento drammaticamente. Müller utilizza il found footage dai film narrativi, manipola i negativi, e poi squisitamente li monta in modo intricato. Quindi, in Phantom lo studio cinetico del tendaggio di Müller è attento, sensuale e minuzioso come nei disegni dei drappeggi di Leonardo (una parte essenziale della formazione artistica nel Rinascimento). Nel film a volte le donne appaiono come inghiottite nel tessuto, mentre altre volte lo squarciano drammaticamente come se cercassero di evadere dai propri confini interiori. Le figure maschili spesso seguono le esplosioni teatrali delle donne per chiudere rapidamente e autorevolmente le tende aperte. La pelle e il tessuto si richiamano l’un l’altro simbolicamente. In questo contesto, le immagini delle donne di Müller non sono soltanto imprigionate come fantasmi nel dispositivo cinematografico; come negli stereotipi femminili, esse sono intrappolate nella propria pelle, e la tenda che si gonfia fuori dalle finestre (riflettendo le superfici del cielo e dell’acqua) serve da emblema di ambiguità, provvisorietà e trasformazione.
Alison Ferris, Curators’ Intuition, exhibition catalogue, ICA at Maine College of Art, March 2004