1966, USA, 16mm, colore, sonoro, 3 min.
...Per All My Life è stata la qualità della luce per tre giorni estivi a Casper, in California, sopra la costa dove viveva Paul Tulley. Sembra Cork, in Irlanda, una volta. La classe dirigente, come al solito, ha invaso quel piccolo posto delizioso e lo ha neutralizzato. Ma è stato un bel posto per un po’.
…Ci sono tre giorni: il giorno di picco è stato il primo giorno quando ho notato la luce. Avevo questa pellicola Ansco superata che volevo usare. Ma non volevo fare un film. In quel momento, conoscevo il costo che si assume quando fai un film. Ma il secondo giorno la luce era ancora meravigliosa. Ero con un amico, ed abbiamo iniziato a guidare verso San Francisco, ed improvvisamente mi son detto: “No, non posso voltare le spalle a questo!”. Ci siamo fermati, ed avevo il treppiede, l’ho fissato solidamente. Poi ho filmato ed avevo la sua scansione dei minuti: avevamo circa tre minuti per arrivare fino al cielo in una bobina, una ripresa continua. Poi lo abbiamo filmato ed è andato nel modo migliore possibile - ho fatto una panoramica con la lente teleobiettiva da tre pollici e tirato il fuoco mentre riprendevo la panoramica. All My Life è uscito bene. È stato ispirato dalla luce (ogni giorno è unico, come si sa), e dalle prime registrazioni di Teddy Wilson/Ella Fitzgerald di All My Life, che veniva suonata sempre nel piccolo abitacolo di Tulley, con il suo avviso di condanna sopra di esso (una sera, stavamo cenando e sentimmo ‘tack tack’. Siamo andati ad aprire la porta. L’avviso diceva: “Siete tenuti a lasciare queste stanze entro le dodici di domani!”). Sapevo che la canzone doveva essere la traccia sonora e che doveva avere lo stesso suono che aveva da Paul, con un sacco di patate sopra l’altoparlante. Si suppone che suoni un po’ graffiante. Quando sono tornato alla Comune, ho messo la musica e le immagini insieme.
Bruce Baillie
A Critical Cinema 2, interviewed by Scott MacDonald (June, 1989)