1966, USA, 16mm, colore & b/n, 10 min.
...Tecnicamente, quando ho fatto Castro Street, sono andato di nuovo sul campo con la mia ‘arma’, i miei strumenti. Ho raccolto un paio di prismi ed un sacco di bicchieri dalla cucina di mia mamma, varie cose, e li ho provati tutti un giorno nel giardino dietro casa a Berkeley. Sapevo che non avrei avuto accesso ad un laboratorio che mi permettesse di combinare il nero/bianco e il colore, ed ero determinato a farlo da solo. Ho seguito il colore morbido su un lato di Castro Street, dove c’erano le torri Standard Oil; dall’altro lato c’era in bianco/nero il cantiere di commutazione ferroviaria.
…Ho girato il materiale ferroviario con delle brevi inquadrature, come ‘maschile’. Il ‘femminile’ era il colore costante, più lungo, continuo e semplice. Così per me un lato della strada era femminile, l’altro lato maschile. Ho scoperto di avere nel mio archivio alcuni brani musicali del Sud dell’India basati su questa idea, e anche se non ho in particolare riconosciuto il perché era proprio così, mi piaceva la musica ed avevo bisogno di ispirazione, così l’ho sentita sempre mentre montavo il film. Volevo visualizzare questa antica realtà universale degli opposti che sono uno, sia in conflitto che in armonia - ostacolandosi l’un l’altro e costantemente insieme e dipendenti l’un l’altro.
Bruce Baillie
A Critical Cinema 2, interviewed by Scott MacDonald (June, 1989)